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giovedì 22 luglio 2010

Beirut, una città dai forti contrasti

Sono sulla via del ritorno dal mio primo viaggio a Beirut e mi porto con me una sensazione di forte contrasto di una città che sembra vivere costantemente in una calma apparente come se qualcosa debba o possa accadere in qualunque momento. La vita quotidiana si svolge frenetica, il traffico è certamente molto più congestionato di molte altre città ma nonostante il grande caos le auto continuano a fluire senza andare a sbattere l’una con l’altra. A dire il vero questo mi sembra abbastanza un miracolo visto il modo in cui guidano! Lungo le strade si vedono auto di ogni tipo, dalle più moderne a quelle che ci si chiede come facciano ancora ad andare avanti. In modo particolare i taxi sono un qualcosa di assurdo: ci sono modelli di Mercedes che molto probabilmente sono state dismesse da almeno 50 anni! Eppure da queste parti continuano a circolare, magari con un solo fanale, di certo senza il lusso di una tappezzeria che possa essere definita tale ….


Nonostante gli impegni di lavoro, decido di dedicare alcune ore a questa città. Una visita magari leggera, veloce, senza alcuna pretesa di alcun approfondimento ma che mi dia semplicemente la possibilità di respirare in prima persona l’aria che tira da queste parti. I tassisti sono tutti molto cortesi … sarà perché forse è il loro lavoro, ma non lesinano nella distribuzione di consigli e pareri. Gli dico di voler andare nella down-town, nel centro della città. Lui parte percorrendo stradine strette e decisamente incasinate. Non sono sicuro se stia facendo un tragitto solo per darmi la sensazione di un viaggio più lungo di quanto effettivamente sia così da aumentare la tariffa della corsa, ma tant’è che sono lì e quindi non potendo fare diversamente mi fido. Approfitto per guardarmi intorno: in mezzo al gran caos del traffico vengo costantemente colpito dallo stridente contrasto dei palazzi nuovi di zecca e quasi lussuosi che si alternano a catapecchie che fanno decisamente fatica a restare in piedi! Eppure sono abitate!






Quando oramai prossimi alla meta, il tassista mi dice che durante la guerra civile la città in pratica era divisa in due (e lo è ancora): la metà cristiana è rimasta intatta mentre quella mussulmana è stata pesantemente bombardata! Quasi che la guerra civile se la siano fatta in casa solamente i mussulmani! E in effetti trovo un riscontro nei fatti in seguito. Dopo aver attraversato una piccola strada che fiancheggia il porto, sembra di entrare in un’altra città. Entriamo in una grande piazza per buona parte adibita a parcheggio. Il tassista mi confessa che prima della guerra quella piazza era piena di palazzi tutti rasi al suolo! A dire la verità faccio un po’ fatica a credere a questa storia che mi suona molto da storiella costruita ad hoc per impressionare i turisti! Mi dovrò ricredere però in seguito, quando percorrendo a piedi la piazza vedo la presenza di una esposizione permanente con tante testimonianze della guerra. Tra queste alcune foto aeree della piazza che ritraevano i resti dei palazzi abbattuti, praticamente c’erano solo le fondamenta!



Non avevo una meta ben precisa su dove andare, quindi mi facevo guidare dalla mia curiosità. Appena girato l’angolo vedo una scena che mi fa pensare: una moschea con dei bimbi che giocano nel suo cortile e tutto circondato da militari armati di tutto punto! Proseguendo in quella direzione mi rendo conto che tutti gli edifici religioni e di governo hanno un presidio militare. C’è un’area intera totalmente interdetta al traffico con dei checkpoint all’ingresso sorvegliato dai militari. E’ la zona delle banche e (credo) dove hanno sede molti uffici direzionali. Man mano che proseguo ad ogni angolo di strada sono colpito dalla innumerevole presenza di cantieri, di vedono gru dappertutto! Sono tutti cantieri di ricostruzione: ciascuno di quei palazzi sono stati danneggiati o interamente abbattuti! Si cerca di dare una sensazione di “ordinario” nascondendo le facciate dei palazzi martoriati dai bombardamenti con dei teloni appoggiati alle impalcature, sono teloni con su dipinto una finta facciata ma che visti da lontano dare un deciso senso di ordine e normalità.



Continuo la mia perlustrazione muovendomi in direzione del porto. La mia attenzione è colpita da un edificio molto alto, forse oltre una ventina di piani, con dei segni evidenti sulla facciata di pesanti bombardamenti! Si vedono chiaramente grosse falle sui muri e segni evidenti di artiglieria pesante! Doveva essere probabilmente una sede di uffici del governo. Il fatto che non sia in corso alcun lavoro di ristrutturazione mi lascia un po’ confuso: non riesco infatti a capire la logica dietro la scelta su cosa ristrutturare e cosa invece (e perché) no.



Muovendomi sulla strada del lungomare sono rimasto colpito dalla serie di manifesti alcuni con foto che raccontavano un evidente benessere, altri invece ritraevano le scene di distruzione della guerra quasi a voler mantenere vivo il ricordo della grande sofferenza nella popolazione. Mi è venuto subito da chiedermi il perché di questa pubblicità … la sensazione che ho avuto è stata proprio quella di cercare di sedare correnti rivoluzionarie o evidentemente non pacifiche!



Anche quando sono andato in aeroporto per prendere il volo verso Milano, ho visto dappertutto manifesti con foto di distruzione mentre sui monitor sparsi in tutto l’aeroporto c’erano filmati che (credo) inneggiassero al senso di unità nazionale … tutti sintomi a mio parere di una tranquillità apparente, come se qualcosa di brutto e spiacevole possa ancora accadere.

Un ultimo commento: tutte le immagini che vedete sono state scattate in una zona centralissima di Beirut che brulica di banche, locali, negozi di famose firme di fashion. A guardarle però sembra che siano immagini di aree abbandonate e lontane. E invece questi sono i posti dove la vita scorre veloce nella sua quotidianità ... uno dei contrasti più forti che abbia mai visto!



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